Grotta di Cala Fortuna - Sovrastata dal monte omonimo, il suo nome gli è stato dato probabilmente dal fatto che, vista dal paese, la luna sembra sorgere da questo monte.
Grotta degli Innamorati - I vecchi marinari raccontano che quando due ragazzi desiderosi di formare una propria famiglia erano ostacolati per un qualche motivo dai genitori, scappavano insieme e raggiungevano la prima grotta abitabile via …
Grotta delle Noglie - Caratterizzata da stalattiti a forma di salcicce dette localmente: “noglie” Essa si apre nella costiera poco prima del porto naturale degli Infreschi Direttamente sul mare a circa tre metri d’altezza, è …
è il centro più popoloso (3 500 abitanti) del comune di Camerota, in provincia di Salerno, immersa nel Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, quindi protetta dall’Unesco quale patrimonio mondiale.
Marina di Camerota – Grotte paleontologiche: Per via della natura carsica del suolo, Marina di Camerota è nota ai paleontologi per le interessanti grotte sparse per tutto il suo territorio, nella maggior parte delle quali, a partire dagli anni ’50 del ‘900, sono stati fatti importanti ritrovamenti archeologici, risalenti principalmente all’età della pietra.
A cominciare dal confine con Palinuro, lungo la cosiddetta Cala del Cefalo si ritrovano grotte che fino all’epoca delle scoperte erano abitate da pastori con le famiglie: tra di esse, sono da menzionare la Grotta del Pesce, quella dell’Autaro e quella Caprara (quest’ultima, oggigiorno, ospita una famosa discoteca). Ai margini settentrionali dell’abitato, esisteva la Grotta della Calanca, oggi non più esistente per via di un crollo. Altre importanti sono la Grotta Sepolcrale o del Poggio, la Grotta di Manfregiudice (a pozzo e pericolosissima), la Grotta della Serratura (sulla spiaggia di Lentiscelle, e così chiamata per la sua forma), la Grotta della Cala o dell’Uomo preistorico ed il Riparo del Poggio o Nicchia Gamba (che rappresenta i resti di quella che fu una grotta, crollata già in epoca preistorica).
Altre ancora si trovano sulla costa e sono raggiungibili solo via mare: tra queste, sono da menzionare la Grotta di Santa Maria e la Grotta delle noglie o delle noie, cosiddetta per il doppio ingresso a forma di salsicce napoletane (dette appunto noglie).
Nel 1960, alcuni resti di crani umani ritrovati nella Grotta Sepolcrale e, mal ricostruiti, fecero per breve tempo ritenere che fosse stato ritrovato un “anello mancante” nella catena evolutiva umana, giacché i reperti (risalenti al Paleolitico Medio) si presentavano come quelli di un individuo dal mento sporgente e dalle notevoli capacità craniche, in netta contrapposizione all’Uomo di Neanderthal. Al presunto ominide venne dato il nome di Homo Camerotensis, ma dopo poco tempo studi approfonditi ne fecero cadere la già debole identità.
Duna fossile ed Acropoli di Capo Grosso: A circa 2 km ad ovest dell’abitato, nelle vicinanze di Capo Grosso, è stata scoperta alla fine degli anni ’60 una duna fossile che ha restituito interessanti reperti dell’era Paleolitica e Neolitica. Poco lontano sono stati ritrovati i resti di un insediamento greco, forse un’Acropoli, risalente al VII-VI secolo a.C.
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